Tariffe a prezzo fisso e a prezzo variabile, quale conviene?

La crisi energetica, iniziata già molti mesi prima dello scoppio della guerra, soprattutto per via di continui aumenti dei prezzi del metano dovuti all’incremento della domanda post -pandemia, ha completamente stravolto il mercato delle forniture di energia elettrica e gas metano, sia per i privati sia per le aziende. In um mercato fino a pochi anni prima abbastanza statico, il rincaro energetico ha sconvolto le convizioni e le false sicurezze di molti clienti, provocando il verificarsi di situazioni anche molto diverse tra loro.
Chi era già nel mercato libero avendo sottoscritto una tariffa a prezzo fisso prima della crisi (e ha scelto un operatore abbastanza affidabile da non essere scaricato nel pieno dei rincari!) ha trascorso mesi di relativa tranquillità, al riparo dai primi forti aumenti, sebbene per un periodo limitato di tempo; d’altra parte, chi non si è mosso per tempo o non ha sentito l’urgenza di informarsi o di rivolgersi a un consulente, ha subìto passivamente i pesanti rincari. Peggio ancora per chi si trovava nel Servizio Tutela, convinto di avere una protezione dalle oscillazioni di mercato, per poi scoprire che la “tutela” non significa affatto tariffa sicura!
Ma ora che i prezzi mostrano un’effettiva diminuzione, dopo un anno di volatilità dei prezzi all’ingrosso, che tipo di contratto conviene sottoscrivere?

Non esiste la tariffa migliore in assoluto, ma solo la tariffa più conveniente per le proprie esigenze. La tariffa variabile, che segue l’andamento del calo dei prezzi, può consentire in questa fase un reale risparmio; le tariffe a prezzo fisso, invece, pur garantendo un prezzo stabile, rischiano di bloccare le bollette su spese elevate. Entrambi i meccanismi (tariffa fissa/tariffa variabile, ovvero indicizzata) hanno pro e contro da valutare individualmente; perciò, rifuggendo da facili semplificazioni, il consiglio migliore è quello di affidarsi a un’analisi seria, professionale e il più possibile indipendente.